MIXTAPE #16
| October 8th, 2015_________ | ___ | | o___o | |__/___\__|
Apriamo questo nuovo Mixtape con la controversa opera di Jeff Koons esposta a Firenze davanti a Palazzo Vecchio. Si tratta della prima volta dopo cinquecento anni che un’opera viene esposta permanentemente in questo spazio. “Pluto and Proserpina”, questo il nome della statua, è una grossa scultura di acciaio inox color oro, in pieno stile Koons e la sua posa in opera celebra l’apertura della mostra “Koons in Florence” che sarà visitabile nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio, fino al 28 Dicembre 2015. I commenti sull’evento sono stati diversi e tra i più disparati. Noi ci asteniamo dal commentare, ma ricordiamo che Koons è il padre del kitsch e che le sue opere vanno lette in chiave provocatoriamente contemporanea. Probabilmente accanto al David risulterà un pugno negli occhi, ma la storia e, con essa, la storia dell’arte, come diciamo sempre, è fatta di stratificazioni e quello che rende belle le città ricche di storia è la leggibilità di queste stratificazioni. La statua di Koons è lo strato del 2015 e, bello o brutto che venga considerato, contribuirà in qualche modo alla storia e al fascino della città.
Rimanendo in tema di pop art e di controversie estetiche, vi presentiamo Tianzhuo Chen, ovvero il volto ribelle della scena artistica cinese. Le sue opere e performance sono al limite dell’orrido e del sacrilego, raccontano della Cina underground, a rischio censura. Esagerazioni e perfezionismo sono alla base dei cambiamenti delle sue opere e del suo corpo. Gli eccessi delle feste, la cultura pop di Cartman e la musica di tendenza, come per esempio Lana Del Rey, sono gli ingredienti delle sue grottesche mostre personali. Un ragazzo da tenere d’occhio insomma.
Vogliamo parlarvi di “Self” l’opera di un altro grande artista contemporaneo, Marc Quinn. Si tratta di una serie di busti, iniziati nel 1991, che ritraggono il volto dell’artista ad intervalli di 5 anni l’uno dall’altro, a documentarne i cambiamenti e l’invecchiamento. La particolarità di questi autoritratti è che sono fatti interamente di sangue dell’artista congelato. Ogni settimana, infatti, Quinn si fa prelevare mezzo litro di sangue che andrà pian piano a riempire gli stampi dei suoi volti. Un’opera sanguinolenta, perturbante, ma che definisce e innalza il concetto di identità, ridefinendo una volta per tutte l’idea di autoritratto.
Cambiamo argomento: siamo rimasti totalmente affascinati dall’idea di questi due studenti della Design Academy Eindhoven. Thomas Vailly e Laura Lynn hanno progettato questa specie di catena di montaggio per creare degli abiti in 20 minuti. La tecnica è geniale e il risultato finale è degno di passerella. Guardate il video per crederci!
Queste immagini fanno parte di Netaphors, un lavoro del fotografo Fabrizio Intonti. Egli si è servito della funzione “immagini visivamente simili” di Google immagini per cercare immagini visivamente simili ai suoi scatti, creando queste interessantissime metafore visive sull’identità del volto.
Anche la cucina, come si sa, è luogo in cui si fabbrica arte. Con queste immagini, vorremo soffermarci sull’aspetto puramente visivo dell’arte del cucinare. Spesso, presi dalla fame, non guardiamo neanche quello che c’è nel nostro piatto, dimenticando che quello che sarà una gioia per il palato, spesso, è anche una gioia per gli occhi. Queste opere d’arte sono degli chef Soren Selin e Rene Redzepi.
E dopo questa scorpacciata di notizie dal mondo dell’arte e del design, vi lasciamo con un bel digestivo. In questa bottiglia c’è del Gin, insieme a glitter e lacrime di unicorno. Unicorn Tears Gin Liqueur è di Magical Mother’s Ruin, costa 54,39 € e lo trovate su Firebox. Burp!
Al prossimo Mixtape!